“Ecco lo sposo, andategli incontro!” di Gianluca Garofalo, XXXII domenica T.O. 12 Novembre 2023

“Ecco lo sposo, andategli incontro!” è questo il grido che si leva nel cuore della notte della parabola che questa 32esima domenica ci presenta. “Uscire incontro” è la metafora più bella dell’esistenza umana, tutta la nostra vita è un’uscita finalizzata a questo incontro. Usciti dal grembo materno alla luce del sole, usciamo ogni istante da ciò che siamo a ciò che diventiamo, fino a quando usciremo dalla nostra vita per l’incontro definitivo con Colui che, da sempre, aspettiamo.

Noi usciamo nella vita e usciamo dalla vita con la nostra lampada, quella luce che abbiamo ricevuto nel Battesimo. La questione è se è accesa e se dentro c’è l’olio. Il problema della parabola è tutto sull’olio! Il senso della nostra vita è nell’avere l’olio o meno, cioè abbiamo quello spirito buono col quale andare incontro al Signore?

10 vergini è il numero della totalità, è il numero della comunità: tutta l’umanità esce incontro allo sposo, lo sappia o non, lo sappia, stolti o saggi che siano. Anche tutti andiamo incontro a lui è diverso l’essere stolti dall’essere saggi.

Nel Vangelo di Matteo lo stolto è quel credente che dice “Signore Signore”, ma non fa la volontà del Padre. Saggio è invece colui che costruisce sulla parola di Cristo attraverso il dono dello Spirito.

Quindi il problema non è l’incontro finale ma, già ora, come vado incontro. La domanda è: “Ora vado incontro con saggezza o con stoltezza”, saggezza e stoltezza sono due atteggiamenti non classificabili con categorie di persone, ma come lati della stessa medaglia: saggezza e stoltezza possono convivere entrambi nei nostri cuori.

Come riuscire a costruire sulla roccia? Come far luce a Cristo che viene?

A conclusione del Vangelo Gesù indica una via. La vigilanza, cioè essere attenti ora in modo tale che la nostra vita sia aperta al dono dello Spirito e alla comunione coi fratelli, per far luce a lui che quotidianamente ci incontra.