Morire per Risorgere

Commento al vangelo della Va domenica di quaresima anno B – 17 Marzo

La dinamica del regno dei cieli è inversa.
Per produrre, occorre passare per la distruzione,
per moltiplicare occorre passare per l’azzeramento,
per diffondere e rendere universale occorre passare per il nascondimento.

Nel discorso di Gesù riportato da Giovanni
abbiamo a che fare non solo con un modo di pensare nuovo.
Ma con un modo di esistere nuovo.
C’è una risignificazione dell’esistenza, essa non è fatta per essere mantenuta o allungata quanto più possibile, ma essa è fatta per essere data. E donare la vita, vuol dire spropiarsi di sé e delle proprie decisioni in favore dell’altro, con la A maiuscola e minuscola.

E’ la lezione più alta che Gesù dona ai suoi. Una lezione effettiva, coerente, perché Gesù è consapevole di che morte è disposto a morire per la salvezza di tutti.
Gesù entra nella logica di perdersi per ritrovarsi, del chicco che muore per risorgere, e che non può non morire pena l’essere inutile marcendo senza attecchire nel terreno. E quanto rinasce è più grande, più forte, più nuovo, più bello, di quanto era prima.

Siamo di fronte alla vita nuova di Gesù
che non muore più
e che attira a sé una schiera innumerevoli di discepoli,
che seguono il maestro ovunque vada, nella morte e nella vita.

Questa nuova logica richiede preghiera e fede.
Solo se avremo fatto esperienza profonda di Dio,
e saremo divenuti certi del suo amore che è fedele
avremo l’ardire di perderci fino alla morte
per ritrovarci in lui per la vita eterna.