Ha salvato altri! Salvi sé stesso se è il Cristo! Commento al vangelo di Marco Pasquali – 20 Novembre 2022 – XXXIV Domenica Anno C – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

Dietro alla frase che i capi pronunciano per schernire Gesù c’è sicuramente la sfida che gli lancia per una sua manifestazione di forza, come a dire: “se il Messia – che in greco si dice Cristo – ha il compito di dare potenza al Popolo di Israele davanti al mondo intero, dovrebbe come minimo cavarsela contro i Romani e quindi salvare se stesso”. Un ragionamento diremmo logico-matematico, che presuppone uno scontro tra forze opposte noi/loro, che ora in piccolo si stanno scontrando sulla croce nei termini di Gesù vs i Romani.

Non solo, ma è il ripresentarsi della logica competitiva ed esclusivista che contrappone il benessere del singolo con quello degli altri: perché uno vinca gli altri debbono perdere. Questo purtroppo è il motore “guasto” sul quale si fonda l’attuale “ordine mondiale”, manifestandosi nella più banale competizione sportiva tipo scapoli contro ammogliati, fino all’amara constatazione che secondo uno studio del 2000 il 10% degli adulti più ricchi possiede l’85% della ricchezza totale mondiale.

Eppure amiamo riguardare più volte su youtube momenti storici come quello accaduto nel campionato mondiale di Triathlon del 2016 in Messico quando Alistair Brownlee rinuncia a tagliare il traguardo come vincitore della gara per aiutare il fratello Jonny, anche lui nella stessa competizione, che stava cedendo esausto, finendo così per piazzarsi al terzo posto.

Nel guardare queste scene proviamo certamente commozione, ma anche la nostalgia per un gesto che vorremmo ci appartenesse come connaturale e non invece eccezionale al punto da meritare migliaia di visualizzazioni sul Tubo.

Se la “logica del mondo” tende a porre gli uomini in competizione – fosse anche su una base equa e meritocratica – quella della croce invece a questa “esclusività” elitarista contrappone uno “stile di vita” di comunione e di inclusione, dove i meritevoli non hanno “più diritto” di altri al accedere alle risorse, ma hanno il dovere e la responsabilità di moltiplicarle perché raggiungano anche chi non riesce ad essere all’altezza del semplice vivere.

Ecco perché il Regno di Dio, più che di capacità imprenditoriali, ha bisogno di cuori convertiti verso un inclusività rispettosa delle differenze, altrimenti le prime continuando a lavorare verso la direzione opposta di quella indicata dal crocifisso.