Ecco a te viene il tuo re, mite seduto su un asino e su un puledro figlio di una bestia da soma. Commento alla domenica delle Palme (anno A) di Giuseppe Adobati, 2 Aprile 2023

Dite alla figlia di Sion: ecco a te viene il tuo re, mite seduto su un asino e su un puledro figlio di una bestia da soma.

Questa profezia interpreta, illumina il gesto che Gesù compie nell’entrare in Gerusalemme. E’ proprio Gesù che desidera rievocare questa profezia invitando i discepoli ad andare a prendere questi animali per poi accomodarsi sopra di essi, per poi entrare e risvegliare nel popolo, nella folla ,in tutta Gerusalemme l’immagine annunciata da già dai profeti.

L’immagine di colui che entrando in Gerusalemme, su un animale servile, avrebbe portato un nuovo modo di pensare, di vivere. Non si tratta di colui che cavalca sui cavalli da guerra, ma di colui che entra con un atteggiamento di umiltà, di rinnovamento, ed effettivamente questa immagine scuote un po’ tutto a Gerusalemme

Si dice che tutta la città fu presa da agitazione, forse perché questo gesto profetico aveva una sua efficacia nel riportare tutti gli abitanti di Gerusalemme alle loro profonde speranze, di un mondo più giusto, più vero, più autentico, dove prevalga l’accoglienza, il perdono, la misericordia; mettendo da parte invece tutta l’ipocrisia della guerra, della vendetta, della prepotenza, dell’ingiustizia.

Ecco Gesù entra in Gerusalemme con questo atteggiamento, di un profeta umile, di un Messia povero, di un Messia che vuole soprattutto offrire se stesso, la propria vita e non togliere la vita degli altri.

Questo è quello che andiamo a contemplare in questi giorni che vivremo: la settimana santa è un tempo dove il Signore ci manifesta il modo di pensare di Dio, e ciò che Dio fa perché anche noi possiamo trasformare il nostro tempo, le nostre città, in un luoghi dove passa il suo amore, la sua misericordi.

Seguiamo allora il mistero di questo profeta umile che entra a Gerusalemme, che viene nella nostra vita, chiediamo a lui di poter essere suoi discepoli, portatori quindi della Misericordia a tutti coloro che incontriamo.