«Benedetto colui che viene nel nome del Signore, egli è il re» Commento di Francesco Guerra, Domenica delle Palme 2022

Stiamo commemorando gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù e questo vuole essere da parte nostra non solo un ricordo storico, ma una partecipazione che ci faccia rivivere la grazia che il Signore Gesù ci ha donato con la sua passione, morte e risurrezione.

In questo episodio dell’ingresso in Gerusalemme, Gesù e i discepoli che lo accompagnano compiono un gesto fortemente significativo che realizza quanto i profeti avevano detto del Messia: egli giungerà da oriente, lì dove sorge il sole, e dove effettivamente si trovano il monte degli Ulivi e i villaggi di Bètfage e Betània. Entrerà nella città santa portando la pace e la benedizione messianica, acclamato come re, e cavalcando un puledro d’asina sul quale nessuno ancora era salito, realizzando così la profezia di Zaccaria (9,9).

L’evangelista Luca è molto attento a raccontarci questi particolari dell’ingresso definitivo di Gesù a Gerusalemme perché vuole trasmetterci questi messaggi: Gesù è veramente il Messia promesso da Dio e annunciato dai profeti; lui è consapevole di quanto sta accadendo e lo predice indicando ai discepoli quello che troveranno riguardo all’asinello, e chi lo accoglie e lo accompagna partecipa alla festa della salvezza ricevendo pace e benedizione.

«Benedetto colui che viene nel nome del Signore, egli è il re.

Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

Così allora hanno acclamato i suoi discepoli e anche noi facciamo altrettanto.