Piaghe che aprono il occhi, il cuore e il pensiero (Domenica della Divina Misericordia, di p. Marco Staffolani)

Il timore di essere perseguitati dai giudei costringe i discepoli a rimanere in casa. Questo è l’atteggiamento di chi ha paura, e si sente minacciato. Ma la presenza nuova di Gesù rimette tutto in discussione e la gioia non è dovuta soltanto alla potenza divina manifestata o alla speranza di partecipare un giorno a quella risurrezione e avere la vita eterna.

Il gaudio profondo è Gesù stesso, sapere che la vita eterna non sarà una semplice vacanza, ma pienezza di vita in sua compagnia. Chi rimane nella sua presenza, chi dimora nel Signore, e il Signore in lui, porta molto frutto, perché la presenza di Dio trasfigura l’umano, dispiega la sua creatività, lo realizza in pienezza.

Tommaso constata questa divina misericordia all’opera. I suoi pensieri, troppo piccoli, sono “costretti” ad allargarsi a dismisura quando gli occhi vedono i prodigi dell’amore. Piaghe guarite che testimoniano la sete d’un Dio che non si ferma nemmeno davanti alla morte, procuratagli da coloro che lui ama.

E in definitiva superare la morte significa questo: accettare il perdono di Dio, farlo proprio, e buttarsi nella Vita donandola a tutti, proprio come ha fatto Gesù.