Per la strada avevano discusso chi fosse tra loro il più grande … (XXV domenica T.O, 19 Settembre 2021, di p. Francesco Guerra)

Pochi giorni prima di questo episodio gli apostoli, Pietro Giacomo e Giovanni avevano assistito alla trasfigurazione di Gesù sul monte dove egli aveva manifestato tutta la sua gloria di Dio.
Ora il maestro per la seconda volta annuncia loro che il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini, e che lo uccideranno. Ma poi risorgerà dopo tre giorni. Essi non capivano queste parole, e avevano timore di interrogarlo! E’ vero non avevano capito nulla, Gesù il maestro è proprio il Figlio di Dio, l’Altissimo che però si consegna come semplice uomo nelle mani di noi uomini…

E noi cosa facciamo? Lo uccidiamo, perché a noi sembra che con la vita degli altri, specialmente se sono umili ed indifesi, possiamo fare secondo la nostra potenza e prepotenza. Ma Lui dopo tre giorni risorge, perché è la Vita Eterna. Tale vita eterna secondo la sapienza di Gesù passa per la piccolezza, per la rinuncia, e si sviluppa nell’essere al servizio degli altri, e non nello schiacciare gli altri.

Gli apostoli non avevano capito proprio niente! Per strada discutevano tra loro chi fosse il più grande!
Noi di che cosa discutiamo? che cosa vogliamo dalla nostra vita, per cosa combattiamo? Gesù risponde “se uno vuole essere il più primo, sia il servitore di tutti”, e prende un bambino come esempio di ciò. La considerazione dei bambini in quei tempi non è come quella di oggi, allora il bambino non contava niente fintanto che non arrivava alla pubertà e allora veniva considerato uomo. Cosa conta il discepolo di Gesù? ai suoi occhi vale solo se diventa il servitore di tutti, come ha fatto Lui con noi.