“Chi non è contro di noi è per noi” XXVI domenica T.O, di Marco Pasquali 26 Settembre 2021

Queste parole di Gesù, così importanti e significative, tendono forse a perdersi all’interno del quadro in cui sono collocate, che presenta immagini suggestive come esorcismi, la Geenna, ecc. Per non trascurarle ci concentreremo su di esse. Per prima cosa ci accorgiamo che si parla di un “noi”, intendendo così identificare quel gruppo che andrà poi a formare la Chiesa. Ma se proviamo a stilare un elenco di chi, secondo questo principio ne fa parte, ci troveremo in difficoltà. Infatti posso facilmente determinare l’apparenza ad un gruppo se a partire dagli elementi che lo caratterizzano, individuo come suo membri coloro che li soddisfano, delineando così un insieme ben definito e con-formato rispetto ad un insieme di elementi e fattori. Ma non è quello che ha detto Gesù, anzi è proprio l’opposto. Esiste sì un noi, con una propria identità che si determina in relazione alla persona di Gesù, ma il principio di appartenenza a questo gruppo non è esclusivo, ma inclusivo. Cioè appartenere a questo gruppo è un elemento originario e per non esserne parte ci vuole un rifiuto attivo ed esplicito. Le parole di Gesù rivelano una forza inclusiva che mostra come in realtà sono più fondamentali e forti i legami di appartenenza e comunione, che le forze centrifughe.

Ma Come è possibile che le differenze non risultino alla fine dirompenti? Proviamo a rileggere in chiave moderna la metafora della Chiesa come corpo, che Paolo ci ha donato; oggi diremmo che cioè che segna l’appartenenza di una cellula ad un corpo è il fatto che ha il suo DNA: in esso viene descritto il corpo in tutta la sua interezza, contenendo le informazioni su come le singole cellule – ognuna con la sua specificità – sono con-formate in un’unica realtà che riusciamo a concepire come la molteplice l’unità “corpo”. Sembrerebbe vero, ma solo se abbiamo una visione astratta ed ideale di corpo, come quella che possiamo trovare scritta nei manuali di scienze. Perché un corpo possa vivere, le sue cellule hanno bisogno di interagire con migliaia di altri microrganismi: acari, batteri, funghi, ecc. che lo abitano pur non possedendo il suo stesso DNA. Solo a livello di batteri ne ospitiamo ben 400 specie diverse. Provate a bandire dal vostro intestino l’Escherichia coli e vi sarà impossibile assimilare alcune sostanze.

Ecco che il principio di appartenenza deve partire da quello che contribuisce al suo fine, che è il vivere. Se allora l’Escherichia coli ne fa parte perché contribuisce alla digestione della pizza, non sarà così per il COVID che può solo nuocergli. Secondo questo principio, possiamo uscire da una visione meccanica di noi stessi, per concepirci invece come esseri fatti di luce, sole, caldo, energia. Insomma il nostro corpo sarà vita in movimento. Tornando poi alla metafora, la Chiesa risulterà allora composta da persone diverse che partecipano e vivono di quella vita eterna che la abita, dove lo Spirito Santo sarà quella forza legante che misteriosamente e silenziosamente farà comunicare queste sue parti.