Solennità di San Paolo della Croce

Dalle “ Lettere “ di san Paolo della Croce, sacerdote (Lett. I, 296, 315)

Mi sento bruciare dal desiderio di amare sempre di più il mio Dio

Grandi cose vorrei dirvi, ma chi non ama non sa parlare d’amore: questo è un linguaggio che è insegnato solo dall’amore. Ascoltate l’Amante divino e lasciate che ve lo insegni lui. Io vorrei incenerirmi d’amore. Ah, che non so parlare! Vorrei quello che non so dire. Mio grande Iddio, insegnatemi voi come debbo dire. Vorrei essere tutto fuoco di amore; più, più: vorrei saper cantare nel fuoco dell’amore e magnificare le grandi misericordie, che l’increato Amore concede all’anima vostra.

Ma ditemi, figliola mia, non è forse doveroso che il povero vilissimo vostro padre sia grato a Dio delle grazie grandissime che egli concede alla figlia? Così è, ma io non so come fare: vorrei e non so. Spasimare di desiderio di più amare questo gran Dio, è poco; incenerirmi per lui, è poco; come faremo? Ah! meneremo una vita in continue agonie di morte d’amore per il nostro Amante divino. Ma credete che io abbia detto bene? No, perché vorrei dire di più e non so. Sapete come mi consolo un po’? Nel compiacermi che il nostro grande Dio sia quell’infinito Bene che è, e che nessuno possa lodarlo ed amarlo abbastanza come merita. Godo che egli ami infinitamente se stesso, godo dell’essenziale beatitudine, che ha in se stesso, senza aver bisogno di nessuno.

Ma io sono pazzo. Non sarebbe meglio che come una farfalletta mi slanciassi tutto nelle amorose fiamme, ed ivi in silenzio d’amore restassi incenerito, sparito, perso in quel divin Tutto? Ma questa è opera d’amore ed io sempre più mi rendo indisposto con la mia cattiva vita a questa perdita felicissima d’amore. Voi intanto state a tavola ed il povero vostro padre muore di fame. Bella cosa! La figlia al banchetto, mentre il povero padre mangia solo un pezzo di pane duro, nero e senza un po’ da bere. Riflettete bene che ormai le mie viscere sono tanto inaridite che i fiumi non bastano a dissetarmi; se non bevo ai mari, non mi levo la sete. Ma avvertite che voglio bere ai mari di fuoco d’amore. Ditelo allo Sposo divino: non partite da lui e non cessate di supplicarlo giorno e notte, finché non abbiate ottenuto il rescritto favorevole per tutti e due.

Vorrei che venisse in noi tanto fuoco di carità, fino a bruciare chi ci passa vicino, e non solamente chi ci passa vicino, ma anche i popoli lontani, le lingue, le nazioni, le tribù ed in una parola tutte le creature, affinché tutte conoscessero ed amassero il sommo Bene.