+P. Riccardo Talpone

Dopo un lungo periodo nell’infermeria di Pianezza, alle 18.00 del 31 gennaio 2017 P. Riccardo Talpone è tornato alla Casa del Padre.

Era nato il 27 aprile del 1922 a Castellazzo Bormida (AL), alla vigilia della festa liturgica di san Paolo della Croce, 28 aprile, che a quell’epoca si celebrava in quella data. Castellazzo è il paese delle origini paterne del santo Fondatore dei Passionisti, dove soggiornò da giovane, per parecchi anni, con la sua famiglia, nella stessa parrocchia, santa Maria, dove nacque e fu battezzato padre Riccardo. Si sentiva fiero di essere concittadino del santo e amava mostrare ai visitatori l’altare laterale della chiesa parrocchiale di s. Maria dedicato al santo di cui era devoto particolarmente suo papà Paolo Domenico.

Il suo attaccamento e devozione a san Paolo della Croce lo segnò per tutta la vita, tanto che volle chiamarsi padre Riccardo di san Paolo della Croce, quando al noviziato, a Caravate (VA), nel 1939, cambiò il nome di battesimo Pasquale con Riccardo. Lì fece anche la prima professione religiosa il 15 settembre del 1940 al termine del noviziato sotto la guida di padre Saverio Bonassi. Continuò gli studi verso il sacerdozio in vari conventi dove gli studenti venivano trasferiti a causa delle vicende belliche: a san Zenone (TV), a Pegli (GE), a san Pancrazio, dove ricevette l’ordinazione sacerdotale il 1° marzo 1947 per le mani del vescovo ausiliare di Torino il servo di Dio mons. Giambattista Pinardi. Fu poi inviato in Francia per lo studio della lingua francese che insegnò poi agli alunni del seminario minore di Carpesino d’Erba. Rimase per vent’anni nell’ambito della formazione dei ragazzi come padre spirituale prima e poi come direttore dell’alunnato dei “fratellini” a Basella. Si dedicò anche alla ricerca di nuove vocazioni tra i ragazzi illustrando ad essi le figure dei santi giovani passionisti come san Gabriele e il venerabile Galileo Nicolini. Amava servirsi degli strumenti di comunicazione in voga in quel tempo come piccoli filmati e diapositive, per far conoscere la figura di san Paolo della Croce. Padre Riccardo era di statura alta, longilineo, dal volto serioso, ascetico si direbbe, ma non senza un sorriso cordiale ed accogliente. Coltivò sempre la vita interiore, di preghiera e di comunione intima con il Signore, che lo rese padre spirituale di molte anime e confessore ricercato.

La sua predicazione era essenziale, senza fronzoli, pacata, ma anche avvincente, quando si dedicò all’apostolato itinerante dei passionisti. Partecipò a missioni parrocchiali, dettò esercizi spirituali, tenne tridui e quarantore in varie parrocchie. Fece anche una esperienza di alcuni mesi di presenza in Africa, presso le nostre missioni. Non fu mai nominato superiore di comunità, ma svolse per vari anni, il delicato compito di economo locale con parsimonia e sobrietà. Preciso e ordinato, fu chiamato a fare il segretario provinciale per tre anni. Frutto del suo impegno la pubblicazione di un aggiornato «catalogo dei religiosi» della provincia CORM. Dal 1992 fu assegnato alla comunità di san Pancrazio, addetto al santuario. Esercitò il compito di confessore e di accoglienza dei pellegrini. Il suo campo d’azione comprendeva anche l’assistenza spirituale delle case di riposo circonvicine, come la casa Papa Giovanni XXIII, Villa Iris, la casa delle suore di sant’Anna, la casa del Cottolengo di Druento. Col passare degli anni le sue condizioni di salute andarono peggiorando fino a quando fu assegnato al settore dell’infermeria. Visse sereno gli ultimi anni della sua vita. Riservato come sempre, esprimeva in preghiera il suo anelito interiore verso le vocazioni religiose, sacerdotali e passioniste. Invocava i santi dell’istituto cui dedicò tutta la sua vita feconda, laboriosa, instancabile. San Paolo della Croce lo avrà accolto con sé in paradiso, come suo confratello oltre che concittadino.