+ Fratel Sergio Teani
il 7 aprile 2025 alle ore 12:50 presso l’Hospice di Bergamo dove era stato trasferito in seguito all’aggravamento delle sue condizioni di salute, all’età di 74 anni è tornato alla casa del padre
Fra Sergio Teani
deglia Angeli Custodi
Fratel Sergio Teani era nato a Carrobbio degli Angeli (BG) il 2 novembre 1950 da Francesco e Clelia Cancelli. Fu battezzato il 5 novembre 1950 e cresimato il 24 settembre 1960.
Entrò al Noviziato passionista di San Zenone degli Ezzelini (TV) professando i voti religiosi il 15 febbraio 1970 ed emise i voti perpetui il 15 ottobre 1974.
All’inizio della sua vocazione fu molto chiaro: essere fratello religioso. Qualcuno cercò di orientarlo invece alla vita sacerdotale, ma fu molto deciso nel difendere la scelta di essere semplicemente un religioso consacrato. Era lucidamente convinto che la professione religiosa lo inserisse pienamente nella famiglia religiosa dei Passionisti e ciò gli bastava per dare senso e identità alla propria vita, mettendo al servizio di Gesù Crocifisso e della Congregazione tutte le proprie doti e qualità, svolgendo così un proprio ruolo specifico nella Chiesa.
Infatti fu sempre un religioso attivo, generoso, prezioso in ogni campo in cui si trovò a operare, assecondando generosamente le richieste dei superiori: non solo accolse le richieste nella loro rigidezza formale, ma per la propria generosità collaborativa possedeva la naturale espansione di andare oltre le richieste, aiutato dall’istintiva spinta a fare le cose nel modo più immediato e perfetto, sorretto dalla sua lotta contro ogni forma di indeterminazione o incompletezza nel fare le cose e, infine, dalla sua fede in Dio e dal suo amore alla Congregazione passionista e alle comunità religiose in cui ha vissuto. Queste caratteristiche le ha portare con sé in tutte le mansioni che gli sono state chieste, ossia:
- all’inizio come Formatore nel seminario minore di Calcinate (BG) dal 1970 al 1985, con una parentesi di Assistente al noviziato di S. Zenone nei problematici anni 1968-1970.
- Poi nella missione della Tanzania: nella casa di Veyula (1985-1988), Itololo (1988-1989), Nairobi 1990, Veyula dal 1990 fino al ritorno definitivo in Italia nel 2010. Rimase soprattutto nella missione e casa religiosa di Veyula dove guidò per molto tempo la scuola di meccanica del Centro Professionale (falegnameria, sartoria e meccanica) fondato dai Passionisti. Poi nella cura della vigna che teneva in modo incredibilmente esemplare, dove non lasciava crescere nessun filo d’erba, e dove gestiva una cantina che forniva vino a tutte le altre nostre missioni.
- Infine, gli ultimi anni dopo il ritorno dall’Africa, stette soprattutto nella casa di Basella (BG), salvo una breve parentesi nell’infermeria d Pianezza (TO) come aiuto nell’assistenza dei nostri religiosi infermi e anziani. A Basella si è messo a disposizione per l’accompagnamento dei vari gruppi che chiedevano ospitalità e assistenza religiosa: con gli ospiti era una garanzia per le sue premure, attenzioni, disponibilità rivolgendo loro, se richiesto, anche esortazioni formative.
Soprattutto assicurò la cura del vasto parco del convento: chi entrava dal nostro cancello era colpito immediatamente dall’ordine e dalla pulizia dell’ambiente esterno. Qualche volta l’abbiamo ripreso per la sua assillante premura di intervenire immediatamente, specialmente dopo folate di vento, a raccogliere foglie, terriccio, o altro che poteva dare senso di disordine. Anche nel suo ultimo anno di vita, già colpito da mieloma che gli aveva paralizzato improvvisamente il braccio destro, lo si poteva trovare a estirpare qualche filo d’erba nell’aiuola di erbe aromatiche da lui creata e curata.
Se il lavoro non c’era, Fratel Sergio lo inventava. Qualche volta è stato anche nominato Assistente di piccoli lavori di ristrutturazione di qualche comunità. Sapeva fare un po’ di tutto e non è mai stato in ozio: lavoratore indefesso tendeva chiedere anche dagli altri lo stesso zelo lavorativo. Non era facile imitarlo: certamente in Africa qualche giovane locale si trovò un po’ in difficoltà a capirlo e a seguirlo.
Ma la sua vita non era solo lavoro: è stato un religioso convinto. Fedele ai momenti spirituali personale e comunitari, fu esemplare nella puntualità e qualità della preghiera: normalmente era lui che intonava il rosario, e aveva le sue parti fisse nella recita della Liturgia delle Ore. Era attento anche agli avvenimenti del mondo e della Chiesa: leggeva i giornali, ascoltava la radio e la televisione, esprimeva le proprie opinioni sulle vicende della Chiesa, della politica, dello sport…
Generoso nella carità verso i confratelli e i benefattori, per molti mesi accolse un giorno alla settimana un giovane bisognoso, coinvolgendolo nei propri lavori. Amava decorare la casa di Basella specialmente nel periodo natalizio: seminava presepi un po’ dappertutto e se poteva abbelliva di festoni e luci l’interno e l’esterno della casa.
Poi all’improvviso una mattina si presentò a colazione con il braccio destro paralizzato: gli esami hanno costatato che era causato dal mieloma. Affrontò con coraggio la perdita del braccio più importante e la serie infinita di controlli e di terapie settimanali all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma il male inesorabile è continuato: pochi giorni fa è stato ricoverato allo stesso Ospedale fino al ricovero finale all’Hospice delle Suore del Palazzolo di Bergamo, dove vi è rimasto praticamente un solo giorno. In questa ultima stagione dolorosa della sua vita non si è mai lamentato, ne mai ha rifiutato le cure prescritte, ha sempre sperato nel ricupero delle proprie forze.
Ma ora il Signore l’ha accolto con sé: dopo le fatiche delle giornate in terra ora riposi in pace in cielo!
P. Leone Masnata CP