Prenderemo dimora presso di lui! commento di Giuseppe Adobati alla VI domenica di Pasqua (anno C), 22 Maggio 2022

Se uno mi ama osserverà la mia parola, il padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Questa è la promessa che Gesù presenta ai suoi discepoli e a noi. Lui è il risorto che non semplicemente ci guarda, ci giudica, ma che ci vuole coinvolgere, che ci vuole rendere protagonisti nella nostra capacità di ascoltarLo, di seguirLo, di accogliere addirittura la presenza di Dio trinità in noi.

Questo richiede l’obbedienza, la fede, la speranza, la carità. Questo non è sempre facile, e infatti Gesù ci dice che può succedere che non ascoltiamo la sua parola e potrebbe diventare la condanna. Essere destinati a non poter entrare in comunione con Dio?

Ma Dio padre ha pensato anche a questo: ad un Paraclito, ad un difensore, allo Spirito Santo che mette in noi una forza che da soli non avremmo. Questa forza è in grado di riaprire alla comunione con Dio, al non sentirsi oppressi dalle nostre paure, dai nostri peccati, dalle nostre incertezze, Lo Spirito Santo ci ricorda l’amore di Dio, ci fa capire in che modo Dio ci sta amando e ci permette di ritornare ad una fede viva, ad una speranza certa, ad una carità più operosa.

Vogliamo chiedere questo al Signore in questo tempo di Pasqua, che il Signore ci renda testimoni del suo amore attraverso una vita concreta, dove noi vogliamo essere casa della presenza di Dio, casa dello Spirito Santo, che rende presenti il Padre il Figlio.

Questo avviene nella preghiera, nell’ascolto della parola di Dio, attraverso anche il nostro impegno nella carità. Chiediamo al Signore di poter essere quindi illuminati costantemente dalla grazia dello Spirito Santo e capaci di testimoniare il suo amore.

Il nostro fondatore, San Paolo della Croce, così scriveva ad un confratello: non faccia resistenza alla grazia di Dio, ma si obbedientissimo alle dolci attrattive dello Spirito Santo. In sacro silenzio di fede e di santo amore riceva quello che dio lei da. E terminata l’orazione ritorni a porre tutto nel cuore dell’Altissimo. Si ponga nel suo nulla passivo; lasci poi trasferire il suo nulla nell’infinito tutto che è Dio, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.