“Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro” XXII Domenica del T.O, commento di Marco Staffolani

Il vangelo odierno ci spiega due cose:
da una parte il comportamento umano nel ridursi ad osservare delle tradizioni
“Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.”

e poi, conseguentemente, di trascurare il cuore come centro della persona, fonte e motivazione profonda di ogni azione dell’essere umano:
“Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”

Ci sono delle tradizioni buone nella storia dell’uomo, come poteva essere quella igienica di lavarsi le mani e le posate prima di banchettare. Gesù sfrutta la critica fatta dai farisei e dagli scribi, a lui e ai discepoli che sembrano inadempienti su questo fronte, per dare un insegnamento nuovo.

Mentre tutti credono che sia sufficiente lavarsi esteriormente per stare in pace con la propria coscienza, Gesù indica la vera zona da rendere pulita: l’interiore, il cuore appunto, dal quale provengono tutti i propositi di male.

Con questo Gesù non vuole fare lo spiritualista e mettere in secondo piano l’esteriore, come ad esempio l’attenzione al creato, all’ecologia, allo sviluppo sociale ed economico. I due piani non sono in contrasto, Gesù semplicemente ci chiede il primato della volontà rispetto al conformismo generale che propone un comportamento standard buonista per deresponsabilizzarci da un rapporto profondo con Dio e al combattere ogni giorno contro il male che c’è dentro di noi.

Solo essere discepoli di Gesù ci fa ben usare dei mezzi esteriori, perché prima avremo fatto pulizia nel nostro interiore e nei nostri pensieri, avendo messo la volontà di Dio avanti al nostro agire, e avremo passato la nostra coscienza al vaglio del Vangelo.