La parte migliore – Commento al vangelo della XVI del T.O. Anno C – Marco Staffolani – 17 luglio 2022

Siamo portati a mettere in contrasto le due parti che vengono narrate nel vangelo: 

quella di Marta che si mette al servizio del Signore e quella di Maria che invece ascolta la parola, e sembra non essere caritatevole nei confronti della sorella perché non la aiuta nel servizio in casa. 

Il contrasto è solo apparente. Serve sia l’ascolto, il fermarsi e il contemplare la presenza del Signore, che il successivo essere in azione e rendere nella pratica il servizio ai fratelli.

Il rimprovero del Signore a Marta non deve essere quindi inteso come la contrapposizione tra preghiera e attività, quanto come la priorità che la parte della contemplazione ha nei confronti dell’azione. 

Prima di muoversi nella carità occorre aver contemplato il Signore e aver fondato la propria giornata nella sua parola, anche se questo apparentemente sembra un tempo non produttivo. 

Con la parabola del seminatore sappiamo che la preghiera e l’ascolto è il tempo del mettere le radici. Infatti lo sviluppo del seme sottoterra non si vede, eppure è un tempo prezioso e indispensabile perché le radici daranno la stabilità alla crescita del seme contro tutte le condizioni esterne avverse allo stelo e ai chicchi.

Nella nostra società siamo abituati a valutare tutto secondo la sua utilità. 

Ecco allora il Signore ci chiede di essere sapienti. Prima di andare e portare frutto ci chiede di sedere alla sua mensa, di ascoltare la sua parola, di prendere confidenza con lui che è lo sposo. La forza della nostra testimonianza sarà proprio quella intimità con Lui che avremo acquistato come Maria, fermandoci e riflettendo.