Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio (commento di Gennaro Tanzola, II domenica di Avvento Anno B)

La vita spesso sembra un susseguirsi delle solite cose: le solite incomprensioni, le solite questioni, il solito orario, la coda in automobile, le solite facce, le solite persone. Si attende qualcosa di nuovo che non capita mai: le uniche novità purtroppo ancora ad oggi sono la cronaca nera.

La Liturgia della Parola di questa seconda domenica di Avvento pone al suo centro un messaggio di speranza: quando tutto sembra perduto e lo scoraggiamento sembra prevalere, ecco il Signore compie un nuovo inizio! il brano evangelico costituisce l’inizio del vangelo di Marco.

Esso presenta immediatamente la persona di Gesù con i suoi titoli: annuncia la persona di Gesù la sua dignità di figlio di Dio presenta la esemplare figura di Giovanni che con il battesimo di penitenza prepara il popolo alla venuta di Gesù: indica l’opera di Gesù come battesimo in Spirito Santo, cioè come fusione della santità e della santificazione di Dio sui credenti, offre infine il punto di riferimento della nostra fede e con ciò stimola e rende urgente il nostro.

“inizio del Vangelo di Gesù Cristo figlio di Dio”: l’effetto che produce su di noi che ascoltiamo questo è di destare in noi l’attesa, la novità. Marco nel suo essere stringato pone fine alla nostra routine: non solo dice che inizia qualcosa di nuovo, ma qualcosa di buono, una buona notizia!

Il Vangelo sta cambiando letteralmente il mondo: non è vero che siamo a un eterno ritorno, la storia accoglie un suo sguardo, una novità assoluta. Il Vangelo è una notizia sconvolgente, determinante, definitiva. La buona notizia è che un uomo, di nome Gesù, è figlio di Dio ed è qui tra noi, con noi

Il vangelo di Marco ci mostra un nuovo inizio, la nuova creazione che il Signore si appresta a compiere e questo nuovo inizio è la buona notizia che in Cristo è possibile per l’uomo ricominciare! Dio dona al mondo una nuova vita: qui ci troviamo in presenza della parola arché (principio) di cui avevamo già sentito parlare nel primo versetto della Genesi.

Siamo davanti dunque ad una nuova creazione: Gesù è veramente il principio. Il Vangelo è veramente il fondamento della nostra vita. Gesù e il Vangelo sono davvero il senso della storia. A noi abituati a costringere Dio nelle nostre sequenze di parole e di pensieri sembra anche questo annuncio la solita cosa.

Se però ascoltiamo davvero il nostro cuore e il cuore del mondo, nella storia di Gesù che si rivela essere il Cristo e il figlio di Dio, per noi c’è quella notizia che attendiamo da sempre. Inizia con Gesù la vittoria di ogni forma di male, la vittoria sulla solitudine dell’uomo, perché ci dice che Dio non è infinitamente lontano ma intimamente vicino ad ogni uomo, ad ogni povero e piccolo, vicino a me, vicino a te: in questa storia ci immergiamo anche noi ogni volta che da soli o con la comunità ascoltiamo il racconto evangelico e ogni volta che lo facciamo diventare vita quotidiana. Se Gesù è il principio il fondamento, il criterio essenziale della nostra vita, non possiamo rimanere in superficie con la fede, altrimenti rischiamo di non comprendere nulla e di non sperimentare quanto davvero è buona questa notizia, per me, per la comunità, per ogni uomo, per ogni donna.

Questo è ciò che siamo chiamati a fare nella nostra piccolezza e miseria: inginocchiarci all’infinitamente piccolo davanti al Dio che si fa uomo, che si fa compagno di viaggio di ciascuno di noi