Il primo di tutti i comandamenti. Commento alla XXXI domenica del T.O. di Giuseppe Adobati

Qual è il primo di tutti i comandamenti? Questo l’interrogativo che anima il dialogo del vangelo di oggi. Questo è l’interrogativo che vogliamo portare con noi in questa domenica.

Come cristiani sappiamo che i comandamenti sono il punto di riferimento per il nostro cammino, sono la strada, la via che ci permette anche di capire quando siamo realmente autentici, veri, sinceri e quando no. Dentro questo comando c’è innanzitutto un atteggiamento che viene richiesto che è quello dell’ascolto. Prima ancora di dire “ama”, siamo chiamati ad ascoltare. L’ascolto è l’attitudine, il mettersi davanti a noi stessi e soprattutto a Dio, riconoscere quello che Lui è, quello che noi siamo, riconoscere quello che lui ha fatto e fa per me, per noi, sentire quindi il mistero della nostra vita all’interno di questo clima.

All’interno di questo clima capiamo chi siamo noi: siamo figli, creature amate da Dio, e da lì nasce allora l’impegno ad amare, con quello che siamo, il Signore e, per come possiamo, i nostri fratelli e sorelle.

Questa è un’esperienza che diventa un comando, perché per i cristiani l’amore non è spontaneo e vediamo, purtroppo, quanti danni e tragedie fa questo amore “spontaneo” che nasce tra persone che all’inizio dicono di “amarsi” e poi spesso finiscono col dividersi, e, a volte peggio, con il violentarsi, con l’uccidersi.

Tutto questo perché si “amavano” ma di un amore superficiale. Ora l’amore vero è quello di Gesù che ci salva sulla croce. San paolo della Croce così si esprimeva: “Se ne stia nel seno di Dio, tutto nel suo nulla per perdersi ad abissarsi nell’infinito tutto, passando, però, per la porta deifica che è Cristo crocifisso, facendo proprie le sue pene amarissime. L’amore insegna tutto giacché la santissima Passione è opera di infinito Amore”.