Il discepolo di Gesù. Commento al vangelo della XXIII domenica del T.O Anno C – di Francesco Guerra- 2 Settembre 2022
Dal Vangelo secondo Luca 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». PdS
Il discepolo di Gesù
Essere cristiani è una faccenda seria. Essere cristiani è una scelta che richiede consapevolezza e impegno. Non siamo cristiani semplicemente perché i nostri genitori ci hanno battezzato. Essere cristiani è accettare o non accettare Gesù Cristo nella nostra vita. Essere cristiani significa aver sperimentato che Gesù dà significato e senso alle scelte che abbiamo fatto, che vale la pena seguirlo, nonostante la serietà di quello che ci chiede e le difficoltà che incontriamo. Essere cristiani significa credere che vale la pena di seguire Gesù perché lui è il nostro Salvatore e che solo lui ci garantisce la felicità eterna.
L’evangelista Luca ha raccolto in questo brano diverse affermazioni che Gesù ha rivolto ai suoi discepoli. Lui era in viaggio verso Gerusalemme, l’ultimo viaggio, quello decisivo. Lui va avanti e chiede a coloro che lo vogliono seguire di essere ben consapevoli di ciò che stanno facendo, perché è vero che Lui con la sua grazia e il suo amore ci riempie di speranza, di gioia e di altrettanto amore. Ma è anche vero che Lui sta per affrontare la Passione e che per arrivare alla Risurrezione si passa per la morte di croce. Non solo Lui, anche noi cristiani. Per questo ci chiede di “amarlo più di quanto amiamo il nostro padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la nostra propria vita”. Non ci sta chiedendo di non osservare il quarto comandamento, ci sta chiedendo di amarlo di più.