Fratelli di Gesù, in nome del Vangelo, 9 Giugno, Commento di Gianluca Garofalo

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Dopo il tempo Pasquale culminato nella Pentecoste e le solennità della SS. Trinità e del Corpo e Sangue di Cristo con la X domenica del tempo ordinario, riprendiamo la lectio continua del Vangelo di Marco. Il brano della liturgia odierna descrive un momento molto difficile per l’esperienza pubblica di Gesù! Dopo aver discusso per cinque volte con scribi, farisei ed erodiani, e dopo che questi hanno deciso di toglierlo di mezzo, Gesù vive un momento di solitudine anche in relazione alla sua famiglia naturale, che sentendo il parere dei dottori della legge va a prenderlo credendolo pazzo.

Nell’esperienza descritta nel brano chi dubita, chi accusa Gesù di follia sono coloro che in modo più vicino vivono la relazione con lui: i suoi parenti, e i teologi del tempo che lo considerano indemoniato.

Non essendo allineato alla religione di famiglia, al ‘si è sempre fatto così’, a quella ‘tradizione’ con la quale i suoi si son sempre identificati, Gesù viene considerato ‘fuori di se’. Ma, se è pazzia andare contro la “tradizione” fatta passare per Legge di Dio che condanna l’uomo perché impuro, peccatore… e se questo essere “fuori di se” ritiene che l’uomo è più importante di ogni affermazione di principio perché crede che prima di tutto e sopra a tutto vi sia l’uomo, allora è una follia benedetta e divina, perché ciò che è stoltezza divina è più sapiente della sapienza umana.

“chi è mia madre? Chi sono i miei Fratelli? “Gesù quasi disconosce la sua famiglia, allargata ormai a coloro che accolgono la parola e la conservano. Marco osa proporre un modello famigliare innovativo, che supera i legami di sangue per proporre delle nuove relazioni fondate sull’affinità spirituale, sulla consapevolezza di essere figli dello stesso padre, fratelli nell’unico Cristo. La condizione per diventare famigliari di Dio, dice Gesù, è quella di essere attenti uditori della Parola e di cercare la volontà salvifica di Dio nella nostra vita. I discepoli sono la sua famiglia, perché lo ascoltano e lo seguono e sua madre Maria non gli è madre solo perché lo ha generato, ma è modello di tale accoglienza da quando ha detto “sì” alla volontà del Padre (Lc 1,38). Gesù gira lo sguardo su di noi, ci propone, oggi di sentirci davvero suoi fratelli al di fuori di un’appartenenza ideologico o religiosa una apparenza fatta di ascolto e adesione alla novità della buona notizia del Vangelo. Chiediamo al Signore di sperimentare questa grazia.