Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo! – Commento di Marco Pasquali al Vangelo della IIa Domenica del Tempo Ordinario, 15 gennaio 2023

Il Battista con queste sue parole ci introduce all’interno di una simbologia ben precisa: quella della Pasqua ebraica. E’ qui che trova il suo contesto specifico il sacrifico dell’Agnello, che poi l’evangelista Giovanni continuerà ad usare per spiegare il significato della morte sulla croce del Messia.

Nell’esperienza che il popolo Ebraico aveva fatto della salvezza che Dio aveva offerto loro, il sangue dell’agnello aveva un ruolo fondamentale che ogni anno veniva commemorato: attraverso di esso infatti il Popolo di Dio sarebbe non solo sopravvissuto a quella calamità che sarebbe abbattuta su tuto l’Egitto, – interessando uomini e animali – ma avrebbe dato anche forza ad esso per affrontare il viaggio verso il cambiamento necessario – rappresentato dal viaggio – verso una nuova vita. In questa salvezza offerta non c’è solo una componente “salvifica”, che viene offerta gratuitamente da Dio, ma è in vista di un impegno a partecipare ad essa in modo che la sua realizzazione possa essere umano-divina.

Nel viaggio che ha seguito la liberazione, il Popolo ha mostrato di non essere all’altezza di partecipare, – diremmo di fare la sua parte – ed ecco che Dio manda il suo Figlio perché incarandosi adempia quello che aspetta all’uomo compiere perché il Regno di Dio si attui. Ma nella versione italiana del verbo “togliere” che stiamo usando manca un pezzo.

Nell’originale greco, così come nel latino “tollere”, non c’è solo il significato di “far uscire di scena, mandar via” ma c’è anche quello di “portare sopra di sé”. Il Peccato del mondo, cioè le conseguenze del male che viene compiuto, non possono essere nascoste sotto il tappeto e dimenticate: Gesù le ha portare sopra di sé rendendo visibile con la sua morte la potenza del Peccato. Perché il male scompaia non è sufficiente il rammarico e nemmeno il solo perdono.

Resta un buco nel tessuto delle realtà che prima o poi crescerà a andrà ad allargarsi. Un po’ come il buco nei calzini: inizialmente è un forellino da poco ma a forza di camminare si allargherà fino a far scoprire l’intero alluce rendendo inutile la funzione protettiva di questo indumento. La vita di Gesù non solo ci da la forza per superare e combattere il male, ma prima di tutto per vederlo e quindi porvi rimedio, prima che questo danneggi la nostra e la vita di chi ci sta accanto.