Fabiano Giorgini: storico, religioso passionista e uomo di governo

Dopo tre anni di ricerca, a fine febbraio di questo anno ho pubblicato la mia Tesi di Dottorato discussa il 13 maggio del 2015 presso la Pontificia Università Gregoriana e riguardante un confratello recentemente scomparso: padre Fabiano Giorgini.

Nella mia ricerca mi sono concentrato su tre aspetti della sua vita: il religioso passionista che per la sua coerenza e la sua affidabilità ebbe una larga stima tra i confratelli, il suo servizio svolto in ruoli chiave di responsabilità nella Congregazione in un periodo di passaggio come la seconda metà del secolo scorso, e il lavoro di storico nella Congregazione della Passione, portando a conoscenza dei confratelli la storia e la genuina tradizione dell’Istituto.

Il lavoro di ricerca compiuto si può considerare come un primo tentativo di ricostruzione della sua vita di sacerdote passionista che per le sue qualità intellettuali e umane si ritrovò a prendere parte a momenti significativi e decisivi della storia della Congregazione passionista a partire dagli anni ʼ50 del secolo scorso. Fu perciò una figura di spicco dell’Istituto, un’autorità quando parlava ai confratelli riguardo alla storia e alla tradizione passionista.

Nel primo capitolo, che cronologicamente abbraccia gli anni dal 1940 al 1956, ho preso in considerazione il periodo della sua formazione fino al conseguimento del Dottorato in Storia Ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Il secondo capitolo ho analizzato il periodo che va dal 1956 al 1972, anno in cui fu scelto come Superiore Provinciale alla guida della Provincia religiosa passionista del Centro-Est Italia chiamata di Maria SS. della Pietà (PIET).

Nel terzo capitolo ho studiato i suoi anni di governo come Provinciale della Provincia di Maria SS. della Pietà dal 1972 al 1976, e a seguire come Vice-Generale fino al 1982: un decennio molto intenso dal punto di vista pastorale, ma che lo portò praticamente ad una sospensione delle sue ricerche storiche, al contrario continuò la predicazione di esercizi spirituali specialmente a suore e monache passioniste.

Nel quarto capitolo ho approfondito il suo grande apporto per lo sviluppo della Missione indonesiana: durante il suo mandato da Provinciale fece tre viaggi in quella terra, rimanendovi circa tre mesi ogni volta; un’altra volta vi ritornò subito dopo la sua rielezione del 1976.

Nel quinto capitolo ho messo in evidenza le grandi energie da lui profuse per il ramo religioso femminile claustrale della Congregazione voluto dal Fondatore San Paolo della Croce pochi anni prima di morire, le monache passioniste, per le quali non soltanto offrì notevoli spunti spirituali con la predicazione di ritiri, esercizi spirituali e direzione d’anime, ma anche mise a disposizione la su competenza ed esperienza per l’elaborazione e l’approvazione della Regola rinnovata secondo i criteri conciliari.

Nel capitolo conclusivo ho continuato a mettere in evidenza la sua ricerca storica, analizzando ancora alcuni suoi lavori e i suoi autorevoli interventi. Fu un ricercatore attento alle cause e alle conseguenze di ogni fatto storico, cercando di coglierne il più ampio sfondo socio-religioso.

La presente ricerca scientifica è perciò un contributo per conoscere e capire sempre meglio le vicende interne all’Istituto dei Passionisti in un periodo tra gli anni ʼ50 e gli anni ʼ80, ancora oggi oggetto di discussioni e riflessioni proprio per la complessità dello stesso e per ridestare la memoria storica di un insigne religioso in modo tale che altri confratelli ne possano studiare gli scritti e costruirsi così su quelle fondamenta che egli pose attraverso le sue ricerche e pubblicazioni delle fonti storiche della Congregazione.

La speranza è che altri si possano dedicare in futuro a ricomporre i vari e intricati tasselli di una storia contemporanea della Congregazione, che sembra già ormai così lontana, proprio attraverso la chiave di lettura offerta da questo lavoro sulla vita di un protagonista di quel tempo come lo fu padre Fabiano Giorgini.

di Alessandro Ciciliani