+ p. Giovanni Sfrattoni

Nel tardo pomeriggio del 30 marzo 2022 presso l’ospedale di Teramo è tornato alla casa del Padre.

p. Giovanni Sfrattoni

della Santa Famiglia

Il funerale si terrà venerdì 1 aprile alle ore 15,30 presso il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata.

P. Giovanni è nato il 28 gennaio 1937 presso S. Pietro di Isola del Gran Sasso (TE) da Antonio Sfrattoni e Maria Giuseppa Di Luigi. Professò i suoi primi voti presso la comunità di Morrovalle il 15/9/1955 e fu ordinato sacerdote il 27/2/1963 presso il santuario di S. Gabriele dell’Addolorata. Secondo le usanze del tempo, p. Giovanni nel suo ingresso in congregazione cambiò il suo nome di battesimo in quello di Alessandro: in seguito riassunse il suo nome di battesimo. Un suo lontano parente, Giovanni Sfrattoni, invece, assunse il nome di fratel Felice della Passione (1869-1937). Egli entrò, tredicenne, nella “scuola apostolica” di Sant’Angelo in Pontano nel 1950, per essere trasferito poi al nuovo “alunnato” di Cesta di Copparo fino al 1954, anno in cui entrò in noviziato a Morrovalle. Sotto il magistero di p. Vittorino Damiani, insieme a p. Ennio D’Innocenzo e p. Pierino Di Eugenio continuò il curriculum di formazione e di studi prima alla Madonna della Stella (PG) e poi a Isola del Gran Sasso (TE). Nel santuario di San Gabriele ricevette il diaconato (1962) e il presbiterato (27/02/1963), alla conclusione dell’anno centenario della morte del santo, per le mani di mons. Gilberto Baroni. Dopo il triennio di preparazione all’apostolato (Sacra Eloquenza), trascorso a Rocca di Papa (1963-1966), p. Giovanni venne nominato, insieme a p. Ennio D’Innocenzo, assistente degli alunni a Sant’Angelo in Pontano (MC), dove rimase dal 1966 al 1975. Nell’autunno del 1973 si manifestò una grave malattia che lo segnò per tutto il resto della sua vita, avendo subito la colonstomia. Accettò questa grave disabilità con molto coraggio e dignità. Essa non lo distolse dal condurre la vita comunitaria quotidiana e di dedicarsi con impegno ai vari servizi che gli vennero richiesti Venne amorevolmente assistito dai suoi famigliari, in particolare dalla sorella Concetta (ora defunta) e dal fratello Pasquale, non soltanto in quella circostanza ma anche in seguito, specialmente da quando approdò, dal 2004, nella comunità del santuario di San Gabriele. In quest’ultima comunità restò fino al marzo del 2021 quando venne trasferito nella comunità dell’infermeria, dopo aver contratto il Covid, che lo costrinse a lunghi soggiorni nell’ospedale di Teramo, dove si è conclusa la sua esistenza terrena.

In precedenza aveva svolto vari servizi e diversi incarichi di responsabilità a Grottammare, come superiore (1975-1980), Fossacesia, come vicario (1980-1984), Pescara-Fontanelle, come superiore (1984-1988; 1988-1992), con breve parentesi a Moricone durante il 1988 come vicario. Venne poi nominato economo a Cesta di Copparo dal 1999 al 2004.

Nonostante la sua disabilità, nel lungo periodo di permanenza nel santuario di san Gabriele svolse l’impegnativo incarico di confessore. Trovò anche il tempo per scrivere un commento ai vangeli festivi secondo la scansione degli anni liturgici (A,B,C), con il titolo: “Capire e vivere il Vangelo. Il cristiano approfondisce la propria fede”. I volumi, editi dalla San Gabriele Edizioni (1 edizione nel 1999), ebbero varie ristampe. Era sua preoccupazione, nello scrivere questi commenti, che la gente comune, quasi del tutto digiuna di studi biblici e teologici, potesse comprendere davvero quanto si proclamava nelle celebrazioni liturgiche. Egli si rammaricava che purtroppo non sempre i testi venivano ben compresi e assimilati dai recettori, vuoi  per loro scarsa preparazione remota e vuoi per difficoltà di attualizzazione da parte del celebrante. Il suo augurio era che “la Parola di Dio, «mangiata e gustata» frequentemente, diventi nutrimento sostanzioso per la nostra vita e lampada ardente sul nostro cammino” (Presentazione alla seconda edizione). Nel chiudere il suo commento alla Solennità di Tutti i Santi, padre Giovanni parlando della santità “della porta accanto”, scriveva: “L’importante è compiere bene il proprio dovere – familiare, sociale, religioso – con senso di responsabilità, con spirito di sacrificio, con fede e amore. Questo hanno fatto i santi. Questo siamo chiamati a realizzare noi oggi, se vogliamo un giorno far parte di quell’immensa schiera di anime beate contemplate in visione da san Giovanni”.

P. Tito Paolo Zecca