+ Fra mario Cempanari
La mattina del 29 dicembre 2023, all’ospedale di Battipaglia è morto, dopo breve malattia all’età di 99 anni compiuti,
Fra Mario Cempanari
dell’Immacolata
Da quando era stato riammesso in Congregazione, già infermo, rinnovando la sua professione dopo un periodo di noviziato il 29 settembre del 2010, viveva nella casa che aveva a Cura di Vetralla, dove era assistito da una badante (aveva già 86 anni), veniva tutte le domeniche e feste in comunità a Sant’Angelo e collaborava per molte attività della Comunità e della parrocchia, specialmente culturali.
Confratel Mario era nato a Marta (VT), un paese posto sul Lago di Bolsena, allora diocesi di Montefiascone, oggi di Viterbo, l’8 dicembre 1924. Ci teneva a ricordare di essere nato nel giorno della solennità dell’Immacolata e che per questo gli era stato dato anche il nome di Concetto. Entrò all’annullato di Nettuno a 11 anni, nel 1935. Riuscì sempre bene negli studi. Fece il noviziato col maestro P. Germano Mazzanti, assumendo il nome di Atanasio dell’Immacolata, nel 1939, ed emise la prima professione il 12 dicembre 1940, dovendo attendere il compimento dei 16 anni canonici. Passò gli anni della guerra a Sant’Angelo, dovendo trasferirsi poi a Sant’Eutizio quando il convento fu requisito dai tedeschi per trasformarlo in ospedale militare. Ebbe come insegnante di filosofia P. Zoffoli. Lo studentato teologico lo fece alla Scala Santa fra il 1944 e il 1948 e lì ebbe come insegnante di Sacra Scrittura P. Ireneo Pontremolesi, ben noto anche all’Istituto Biblico dei Gesuiti e poi l’altro ottimo insegnante P. Candido Amantini. Fu ordinato sacerdote il 14 marzo 1948. Quasi subito, insieme ad altri, fu inviato in varie città per servire nei Comitati Civici di Luigi Gedda, come propagandista della Democrazia Cristiana contro il pericolo comunista. Con lui, tutti vestiti da secolari, erano anche P. Damaso Verghini e P. Candido Amantini. Dopo un anno di insegnamento a Sant’Angelo fu iscritto all’Università Gregoriana per laurearsi in filosofia. Studiò particolarmente Kierkegaard e passò qualche tempo in Germania per la lingua tedesca.
Dal ’52 al ’55 fu professore di filosofia a Sant’Angelo e a L’Angelo (Lucca) e più tardi a Tavarnuzze (Firenze), dove rimase cinque anni. Metteva tutto il suo impegno nell’insegnamento. P. Atanasio era molto amico di P. Gerardo Sciarretta, Amedeo Naselli e Stanislas Breton. Col provinciale P Damaso aveva preso a lavorare per la composizione di una Enciclopedia della Passione, oggi realizzata da altri, ma, divenuto provinciale P. Amedeo Nerone, gli proibì di continuare e lo indirizzò alle missioni popolari, dato che i giovani avevano cominciato a frequentare l’Università Lateranense. Prese allora anche a pubblicare scritti specialmente per la rivista Tabor d Luigi Gedda. Fu di casa a Nettuno e alla Scala Santa, dove prese ad esercitare il ministero di cappellano dell’Opera Onarmo, con Monsignor Baldelli. A Rocca di Papa, dove risiedette per otto anni, insegnò agli studenti di Pastorale insieme con i PP. Giorgini e Sciarretta.
Nel 1970 fu eletto come delegato della Provincia per la seconda sessione del Capitolo generale straordinario in sostituzione di P. Zoffoli, che, dopo la prima sessione, aveva rinunciato. Erano anni in cui il Cempanari assumeva volentieri atteggiamenti contestatari, anzitutto per il su naturale temperamento, poi, certamente, anche per le molto gravi difficoltà economiche e comunitarie nelle quali si trovava la Provincia. Ne parla nei suoi scritti autobiografici. Uno dei capitoli di questi è intitolato I sette anni della mia crisi vocazionale e la mia richiesta di laicizzazione. Lui stesso vi parla di uno stato psicologico di esasperazione. Gli fu moto vicino allora Maria Angela Lucattini, una ex-missionaria in Africa che divenne poi sua moglie, ottenendo anche la dispensa dal celibato da Paolo VI. Come laico fu insegnante di filosofia fino alla pensione. Bisogna dire che la moglie che gli fu molto affezionata contribuì certamente a fargli superare lo stato di esasperazione in cui si trovava. Andato in pensione, costruirono insieme la casa che avevano a Cura, dalla quale si mantenne sempre in contato con molti religiosi della Congregazione. Su richiesta delle autorità della Provincia, scrisse, in particolare, la poderosa opera Sancta Sanctorum Lateranense, di 828 pagine in due volumi, vari studi sui santuari della Scala Santa e di Nettuno insieme Tito Amodei, curò il grosso volume della Storia della Provincia della Presentazione e la Storia del convento di Sant’Angelo. Collaborò sempre alla rivista La Sapienza della Croce. Scrisse altre numerose opere.
Mortagli la moglie nel 2007, Mario chiese di rientrare in quella Congregazione, dalla quale in realtà non si era mai voluto allontanare. Aveva fatto anche diversi donativi per installare statue dei nostri santi scolpite da Tito Amodei. Desiderava molto essere reintegrato anche nell’esercizio del sacerdozio, ma questo non lo poté ottenere. È rimasto sempre in stretto contatto con noi e col parroco di Cura Don Paolo, per il quale pure fece vari lavori culturali. Sia noi che il parroco gli fummo sempre vicini. Chiese anche scusa in scritto per atti del passato che riconosceva troppo duri a causa del suo carattere. In un profilo più esteso pensiamo di presentare altri aspetti della sua personalità ed altre attività che qui non è possibile riportare.
P. Adolfo Lippi